Mesotelioma: è partito da Siena il primo studio al mondo di re-challenge con agenti immunoterapici. Risultati presentati in Spagna al meeting mondiale sul cancro al polmone

Data:
1 Ottobre 2019

Mesotelioma: è partito da Siena il primo studio al mondo di re-challenge con agenti immunoterapici. Risultati presentati in Spagna al meeting mondiale sul cancro al polmone

È partito da Siena il primo studio al mondo di “re-challenge” nel mesotelioma pleurico, cioè il ritrattamento di questo grave tumore della pleura con agenti immunoterapici. La novità arriva dal team del CIO – Centro di Immuno-Oncologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, diretto dal professor Michele Maio e i risultati dello studio sono stati presentati a Barcellona dall’oncologa Luana Calabrò, nel corso del meeting mondiale sul cancro al polmone che si è appena svolto in Spagna.
Questo nuovo studio parte dal NIBIT-MESO-1, primo trial al mondo che ha valutato l’associazione di due anticorpi immunomodulanti nel trattamento del mesotelioma: un anti-CTLA-4, tremelimumab, ed un anti-PD-L1, durvalumb. Uno studio completamente made in Italy, disegnato e promosso dalla Fondazione NIBIT – Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori, e svolto presso l’Aou Senese in pazienti affetti da mesotelioma pleurico o peritoneale, alla diagnosi o dopo fallimento di una prima linea di chemioterapia. «Lo studio di re-challenge – spiega il professor Maio (in foto) – è stato disegnato fin dall’inizio per quei pazienti trattati nel trial NIBIT-MESO-1 che presentavano due caratteristiche fondamentali: il raggiungimento di una risposta o stabilità di malattia al trattamento immunoterapico, e successivamente lo sviluppo della resistenza al trattamento con una progressione di malattia. Si tratta di uno studio unico e importante anche considerando che, ad oggi, non vi sono sperimentazioni attive al mondo focalizzate al ritrattamento del mesotelioma, così come in molti altri tipi di tumore, con agenti immunoterapici».

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«Questo studio – spiega la dottoressa Calabrò (foto sotto), Principal Investigator della sperimentazione – apre prospettive importanti nel panorama terapeutico del mesotelioma, in quanto suggerisce la possibilità di poter utilizzare efficacemente gli stessi agenti terapeutici in pazienti selezionati, ottenendo un ulteriore beneficio clinico. Ricordiamo – prosegue Calabrò – che i dati finali dello studio NIBIT-MESO-1, avevano evidenziato che su 40 pazienti arruolati, 11 avevano ottenuto una risposta clinica e 26 la stabilizzazione della malattia. Quindi, valutate tutte le caratteristiche cliniche e biologiche dei pazienti, ne abbiamo ritrattati con gli stessi agenti immunoterapici 17, che rispondevano ai criteri per accedere al re-challenge e, di questi, ben il 41% ha ottenuto un ulteriore controllo della malattia e un vantaggio significativo in sopravvivenza, con oltre 25 mesi di mediana di sopravvivenza globale, rispetto a meno di 10 mesi nei pazienti che non erano stati ritrattati. Riuscire ad aumentare la sopravvivenza – conclude Calabrò – è un risultato molto importante, considerando anche che il mesotelioma, tumore molto aggressivo, legato all’esposizione all’amianto e che colpisce in Italia oltre 2.700 persone, con 1.900 nuove diagnosi ogni anno, è gravato da una prognosi molto sfavorevole e da limitate opzioni terapeutiche di provata efficacia clinica».

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Ultimo aggiornamento

1 Ottobre 2019, 10:15