Intervento “in due tempi” permette di asportare metastasi al fegato in prossimità della vena cava e tumore primitivo del colon-retto

Data:
27 Ottobre 2020

Intervento “in due tempi” permette di asportare metastasi al fegato in prossimità della vena cava e tumore primitivo del colon-retto

Intervento “in due tempi” di chirurgia oncologica effettuato all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena, con la conduzione dall’équipe della UOC Chirurgia generale ed Epatobiliopancreatica diretta dal dottor Marco Farsi. Gli interventi sono il risultato infatti di un’importante collaborazione tra professionisti appartenenti a branche diverse della medicina, della chirurgia e dell’oncologia, nell’ottica di un trattamento multidisciplinare dei pazienti. Su una donna affetta da patologia tumorale del colon retto, è stata per prima cosa effettuata l’asportazione di una metastasi epatica del fegato in una sede molto critica in prossimità della vena cava, cioè una grossa struttura vascolare posteriore al fegato. Successivamente, a distanza di circa due mesi e dopo aver costatato la buona riuscita della prima operazione, è stata effettuata l’asportazione del tumore primitivo all’intestino.
«La chirurgia delle metastasi del fegato da tumore colo-rettale prevede strategie diverse che possono variare in base alle caratteristiche del tumore e del paziente – spiega il dottor Marco Farsi -. In questo caso è stato deciso un approccio che consentiva di trattare prima le metastasi al fegato e, in caso di successo, procedere alla terapia del tumore primitivo all’intestino. Così è stato fatto con il raggiungimento di un ottimo risultato sia sul piano oncologico che su quello della qualità di vita della paziente. La paziente, infatti, ha superato bene entrambi gli interventi ed è al momento libera da malattia. Da sottolineare – aggiunge il dottor Marco Farsi – che questi due interventi hanno permesso l’asportazione del tumore in una sede molto difficile (che ha reso necessaria una ricostruzione vascolare di una vena epatica), risparmiando però la maggior parte del fegato. Si tratta di una condizione fondamentale nel trattamento di queste patologie considerato che il fegato era danneggiato per malattia concomitante e per gli effetti delle pregresse chemioterapie. Grazie ai progressi effettuati in campo chirurgico, oggi è possibile trattare chirurgicamente con intento curativo una buona parte delle metastasi epatiche da carcinoma colo-rettale – conclude Farsi -. In questo caso, come in altre circostanze, l’ospedale di Siena ha dimostrato di avere le competenze giuste e che un approccio multidisciplinare con una stretta collaborazione fra professionisti (medici, tecnici, infermieri) si è rivelato vincente».
Gli interventi, infatti, sono stati effettuati con la collaborazione delle équipe multidisciplinari della Cardiochirurgia diretta dal dottor Gianfranco Montesi, della Anestesia e Rianimazione cardio-toraco-vascolare (afferenti al Dipartimento Cardio-Toraco Vascolare diretto dalla dottoressa Serafina Valente), dell’Anestesia diretta dal dottor Pasquale D’Onofrio e della Anestesia e rianimazione oncologica diretta dal dottor Marcello Pasculli, oltre che insieme a tutto il personale di sala operatoria.
Nello specifico, «il primo dei due interventi è stato effettuato in collaborazione con l’équipe della Cardiochirurgia e della Anestesia e Rianimazione cardio-toraco-vascolare – conclude il dottor Marco Farsi – al fine di potersi avvalere di tutte le possibili strategie per la stabilizzazione della paziente nel corso dei clampaggi delle arterie e delle vene afferenti al fegato, compresa la possibilità di effettuare una circolazione extracorporea. Preziosa, infine, è stata la consulenza intraoperatoria del professor Giacomo Batignani della Chirurgia Epatobiliare dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze, esperto in resezioni epatiche difficili e con un background in chirurgia trapiantologica del fegato».

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Ultimo aggiornamento

27 Ottobre 2020, 09:51