Update in Epatologia”, esperti a confronto per una migliore presa in cura del paziente con malattie di fegato

Data:
21 Ottobre 2019

Update in Epatologia”, esperti a confronto per una migliore presa in cura del paziente con malattie di fegato

Fare il punto sugli attuali problemi aperti nella presa in cura del paziente con malattie di fegato. È questo l’obiettivo del congresso “Update in Epatologia”, in programma giovedì 24 ottobre a Siena, all’Hotel Four Points by Sheraton. Il convegno si prefigge sia di fare un’analisi sulle principali malattie epatiche, con una faculty che raduna importanti esperti nazionali, sia di proporre l’offerta assistenziale multidisciplinare che il policlinico di Siena può offrire per la presa in cura del paziente con malattie di fegato. L’incontro tra esperti è organizzato dal professor Stefano Brillanti, direttore della UOSA Epatologia, afferente al Dipartimento di Scienze mediche dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese diretto dal professor Ranuccio Nuti, e associato di gastroenterologia del Dipartimento universitario di scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell’Università di Siena, diretto dal professor Francesco Dotta.

«Le malattie del fegato rappresentano una importante causa di patologia e di morte in Italia e nel mondo – spiega il professor Brillanti -. Ogni anno, nel nostro Paese, più di 15mila persone muoiono per tumore del fegato e per le complicanze della cirrosi. Negli ultimi anni, l’epidemiologia delle malattie epatiche è cambiata. Per decenni, infatti, l’infezione da virus dell’epatite B (HBV), da virus dell’epatite C (HCV) ed il consumo di alcool sono state le cause principali di epatopatia. Grazie alla vaccinazione ed ai farmaci antivirali – prosegue Brillanti -, il ruolo delle epatiti virali come causa di malattia cronica del fegato si è andato sempre più riducendo, mentre nuovi scenari stanno affermandosi. L’obesità, il diabete e la sindrome metabolica sono in progressivo aumento e determinano l’accumulo del grasso nel fegato, la steatosi epatica che, attraverso la steato-epatite, è la causa silenziosa di un sempre maggior numero di cirrosi. Nel contempo – conclude -, sebbene le terapie antivirali abbiano ridotto l’insorgenza delle complicanze della cirrosi, il numero dei casi di tumori del fegato non è diminuito».
In particolare, durante il convegno, verranno portati all’attenzione anche alcuni recenti studi che hanno permesso di mettere a punto un algoritmo di identificazione dei pazienti con malattia epatica avanzata asintomatica, partendo da esami laboratoristici seguiti da metodiche diagnostiche non invasive. «Senza dover ricorrere alla biopsia epatica specifica – aggiunge il professor Stefano Brillanti -, è oggi possibile diagnosticare con precisione lo stadio di fibrosi epatica e di cirrosi compensata e di indirizzare ogni singolo paziente verso il corretto percorso di cura e di monitoraggio. Inoltre, la diagnosi precoce del tumore del fegato, mediante l’attento e costante monitoraggio dei pazienti con epatopatia cronica avanzata e l’utilizzo di metodiche di biologia molecolare e di “liquid biopsy”, permette di poter intervenire con trattamenti chirurgici o di radiologia interventistica prima che il tumore si diffonda. Perché tutto questo si concretizzi in una migliore salute, qualità ed aspettativa di vita dei cittadini – conclude il professor Brillanti -, occorre uno stretto legame e collegamento tra la medicina del territorio, le associazioni dei pazienti, i medici di medicina generale e gli specialisti del policlinico Santa Maria alle Scotte. È questa, oggi, forse la sfida più importante da concretizzare nella nostra realtà».

 

 

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Ultimo aggiornamento

21 Ottobre 2019, 11:49